Si racconta che un giorno, verso la metà del Novecento, Alexander Fleming si sia riferito all'epocale scoperta della penicillina, da lui compiuta nel 1928, con queste parole: “Se quel giorno fossi stato di cattivo umore avrei buttato via quella coltura”. Gli "umori", che sono stati per millenni la principale chiave interpretativa con cui cercare di penetrare i misteri della salute e della malattia, continuano ad essere, sia pure in un senso del tutto differente, un fattore importante nel progresso delle discipline biomediche. Il modo di essere, il carattere, le qualità morali e i difetti, il buon umore o il cattivo umore, di medici, infermieri, dirigenti ospedalieri, tecnici e ingegneri biomedici, hanno avuto spesso e spesso continuano ad avere un peso decisivo in quella vicenda tortuosa e affascinante che è la storia della medicina e delle discipline scientifiche e professionali ad essa collegate. Più delle grandi teorie, più della serendipity, è il "fattore umano" che può spiegare le lunghe stasi e gli improvvisi effetti valanga, i progressi e i regressi, di questa avventura. Ed è questa l'ottica particolare con cui in questo libro si ripercorre la lunga storia delle discipline biomediche, con una particolare attenzione all'Ottocento, il secolo in cui - almeno in questo campo - è successo quasi tutto, è cambiato quasi tutto.
Umori. Il fattore umano nella storia delle discipline biomediche
BORGHI L
2012-01-01
Abstract
Si racconta che un giorno, verso la metà del Novecento, Alexander Fleming si sia riferito all'epocale scoperta della penicillina, da lui compiuta nel 1928, con queste parole: “Se quel giorno fossi stato di cattivo umore avrei buttato via quella coltura”. Gli "umori", che sono stati per millenni la principale chiave interpretativa con cui cercare di penetrare i misteri della salute e della malattia, continuano ad essere, sia pure in un senso del tutto differente, un fattore importante nel progresso delle discipline biomediche. Il modo di essere, il carattere, le qualità morali e i difetti, il buon umore o il cattivo umore, di medici, infermieri, dirigenti ospedalieri, tecnici e ingegneri biomedici, hanno avuto spesso e spesso continuano ad avere un peso decisivo in quella vicenda tortuosa e affascinante che è la storia della medicina e delle discipline scientifiche e professionali ad essa collegate. Più delle grandi teorie, più della serendipity, è il "fattore umano" che può spiegare le lunghe stasi e gli improvvisi effetti valanga, i progressi e i regressi, di questa avventura. Ed è questa l'ottica particolare con cui in questo libro si ripercorre la lunga storia delle discipline biomediche, con una particolare attenzione all'Ottocento, il secolo in cui - almeno in questo campo - è successo quasi tutto, è cambiato quasi tutto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.