Negli ospedali di tutto il mondo sono comunemente usate scale per identificare i pazienti a rischio di cadere, ma spesso tali scale non sono state validate nei setting clinici in cui sono usate o per la specifica popolazione di pazienti in essi ricoverati (Oliver et al., 2004). Alcune scale, come la scala di Morse, la scala di Conley e la STRATIFY non hanno mostrato valori accettabili di sensibilità e specificità, rendendo difficile per i professionisti sanitari decidere quale strumento di screening utilizzare nei pazienti ricoverati nelle proprie strutture (Haines et al., 2007; Scott et al. 2007). Tra le scale descritte in letteratura, il modello del rischio di caduta di Hendrich II (HIIFRM), integrato da un programma per la prevenzione delle cadute, ha mostrato risultati incoraggianti (Hendrich et al., 2003). Nello studio americano di validazione del 2003 la scala aveva presentato una sensibilità del 74,9% ed una specificità del 73,9% (Hendrich et al., 2003), mentre in uno studio successivo Kim e coll. (2007) hanno trovato una sensibilità e specificità leggermente inferiore (70% e 61,5% rispettivamente). In uno studio italiano condotto su una popolazione geriatrica la sensibilità era dell’86% ma la specificità del 43% (Ivziku et al., 2011). Un recente studio effettuato in Portogallo ha confermato la buona sensibilità dello strumento (93%), ma anche la bassa specificità (35%) (Caldevilla et al., 2012). Il modello prende in considerazione 8 fattori di rischio intrinseci: confusione/disorientamento/impulsività; depressione sintomatica; alterata eliminazione urinaria; capogiri/vertigini; sesso maschile; assunzione di antiepilettici; assunzione di benzodiazepine; e mobilità alterata, valutata con il test Get-Up-and-Go. Il modello non prende in considerazione i fattori di rischio estrinseci, come ad es. la presenza dei dispositivi di assistenza, l’illuminazione, o le scarpe del paziente, che andranno valutati separatamente con altri strumenti di screening. A ciascuno dei fattori di rischio identificati con la scala di Hendrich è assegnato un punteggio diverso, pesato sulla base dei valori di odds ratio individuati nello studio del 2003. In questo modo i diversi fattori di rischio della scala presentano punteggi diversi, con un range che va da 4 a 1. Se un fattore non è presente, il paziente riceve un punteggio di 0. Il punteggio complessivo viene ottenuto sommando i punteggi ottenuti nelle varie voci e può andare da un minimo di 0 (nessun rischio) ad un massimo di 16 (massimo rischio). Un punteggio complessivo uguale o superiore a 5 indica un alto rischio di cadere (Hendrich et al., 2003). I pazienti devono essere valutati con il HIIFRM al momento del ricovero e di routine durante ogni turno o quando la loro condizione clinica e funzionale si modifica. Per la compilazione l’infermiere si basa sia sull’osservazione diretta del paziente che sui dati raccolti durante l’intervista, che mirano a verificare la presenza dei fattori di rischio. Uno dei principali punti di forza del modello di Hendrich II è il ridotto tempo necessario per la sua compilazione: sono, infatti, sufficienti da 1 a 5 minuti. Lo strumento può essere compilato al momento dell’accettazione del paziente senza ulteriore richiesta di dati, perché molte delle informazioni necessarie fanno già parte della valutazione iniziale del paziente. Inoltre, a differenza di altre scale, prende in considerazione due categorie di farmaci che sono a maggior rischio di cadute, e gli effetti collaterali causati da altre categorie di farmaci. È possibile integrare il modello nella documentazione clinica esistente, sia cartacea che elettronica. Per ogni singolo fattore di rischio identificato è possibile pianificare interventi mirati alla sua rimozione. Anche se il modello può essere utilizzato durante l’attività assistenziale routinaria da parte di tutti gli infermieri, è necessaria una breve preparazione per il suo corretto utilizzo. Inoltre la letteratura suggerisce, prima di introdurre uno strumento di valutazione del rischio di cadere in uno specifico setting assistenziale, di valutarne la validità nello specifico contesto e sulla specifica tipologia di pazienti su cui dovrà essere utilizzato (Haines et al., 2006; Oliver et al., 2004).

The Hendrich II model for assessing the risk of falls for hospitalized patients [Il modello Hendrich II per la valutazione del rischio di cadute per pazienti ospedalizzati]

Matarese M
2013-01-01

Abstract

Negli ospedali di tutto il mondo sono comunemente usate scale per identificare i pazienti a rischio di cadere, ma spesso tali scale non sono state validate nei setting clinici in cui sono usate o per la specifica popolazione di pazienti in essi ricoverati (Oliver et al., 2004). Alcune scale, come la scala di Morse, la scala di Conley e la STRATIFY non hanno mostrato valori accettabili di sensibilità e specificità, rendendo difficile per i professionisti sanitari decidere quale strumento di screening utilizzare nei pazienti ricoverati nelle proprie strutture (Haines et al., 2007; Scott et al. 2007). Tra le scale descritte in letteratura, il modello del rischio di caduta di Hendrich II (HIIFRM), integrato da un programma per la prevenzione delle cadute, ha mostrato risultati incoraggianti (Hendrich et al., 2003). Nello studio americano di validazione del 2003 la scala aveva presentato una sensibilità del 74,9% ed una specificità del 73,9% (Hendrich et al., 2003), mentre in uno studio successivo Kim e coll. (2007) hanno trovato una sensibilità e specificità leggermente inferiore (70% e 61,5% rispettivamente). In uno studio italiano condotto su una popolazione geriatrica la sensibilità era dell’86% ma la specificità del 43% (Ivziku et al., 2011). Un recente studio effettuato in Portogallo ha confermato la buona sensibilità dello strumento (93%), ma anche la bassa specificità (35%) (Caldevilla et al., 2012). Il modello prende in considerazione 8 fattori di rischio intrinseci: confusione/disorientamento/impulsività; depressione sintomatica; alterata eliminazione urinaria; capogiri/vertigini; sesso maschile; assunzione di antiepilettici; assunzione di benzodiazepine; e mobilità alterata, valutata con il test Get-Up-and-Go. Il modello non prende in considerazione i fattori di rischio estrinseci, come ad es. la presenza dei dispositivi di assistenza, l’illuminazione, o le scarpe del paziente, che andranno valutati separatamente con altri strumenti di screening. A ciascuno dei fattori di rischio identificati con la scala di Hendrich è assegnato un punteggio diverso, pesato sulla base dei valori di odds ratio individuati nello studio del 2003. In questo modo i diversi fattori di rischio della scala presentano punteggi diversi, con un range che va da 4 a 1. Se un fattore non è presente, il paziente riceve un punteggio di 0. Il punteggio complessivo viene ottenuto sommando i punteggi ottenuti nelle varie voci e può andare da un minimo di 0 (nessun rischio) ad un massimo di 16 (massimo rischio). Un punteggio complessivo uguale o superiore a 5 indica un alto rischio di cadere (Hendrich et al., 2003). I pazienti devono essere valutati con il HIIFRM al momento del ricovero e di routine durante ogni turno o quando la loro condizione clinica e funzionale si modifica. Per la compilazione l’infermiere si basa sia sull’osservazione diretta del paziente che sui dati raccolti durante l’intervista, che mirano a verificare la presenza dei fattori di rischio. Uno dei principali punti di forza del modello di Hendrich II è il ridotto tempo necessario per la sua compilazione: sono, infatti, sufficienti da 1 a 5 minuti. Lo strumento può essere compilato al momento dell’accettazione del paziente senza ulteriore richiesta di dati, perché molte delle informazioni necessarie fanno già parte della valutazione iniziale del paziente. Inoltre, a differenza di altre scale, prende in considerazione due categorie di farmaci che sono a maggior rischio di cadute, e gli effetti collaterali causati da altre categorie di farmaci. È possibile integrare il modello nella documentazione clinica esistente, sia cartacea che elettronica. Per ogni singolo fattore di rischio identificato è possibile pianificare interventi mirati alla sua rimozione. Anche se il modello può essere utilizzato durante l’attività assistenziale routinaria da parte di tutti gli infermieri, è necessaria una breve preparazione per il suo corretto utilizzo. Inoltre la letteratura suggerisce, prima di introdurre uno strumento di valutazione del rischio di cadere in uno specifico setting assistenziale, di valutarne la validità nello specifico contesto e sulla specifica tipologia di pazienti su cui dovrà essere utilizzato (Haines et al., 2006; Oliver et al., 2004).
2013
risk assessment; fall; old people
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12610/14473
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus 0
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact