L’assistenza patient-centered, punto focale dell’eccellenza e innovazione in sanità, si realizza nel rispetto delle preferenze, dei bisogni e dei valori del singolo paziente e nella sua considerazione in ogni decisione clinica. Essa è caratterizzata dal riconoscimento del paziente come persona e dalla comunicazione che dà origine ad una relazione significativa tra pazienti, familiari e curanti. Per realizzare tale assistenza è fondamentale il ruolo che può essere svolto dall’educazione medica, soprattutto per quanto attiene alla formazione di competenze comunicative e relazionali. Le Medical Humanities sono state integrate a pieno titolo nei piani di studio delle professioni sanitarie per evitare il riduzionismo positivista, ma non sembra siano state in grado di arginare la “disumanizzazione” della medicina. Più che di curriculum formale, nella formazione degli atteggiamenti che denotano interesse e rispetto verso il paziente, si parla di “curriculum nascosto”, vale a dire il sistema di idee e valori radicati nelle persone impegnate nel contesto di apprendimento, che lavora sotto la superficie visibile delle azioni e che, pur non essendo esplicitamente dichiarato, influenza in modo sensibile l’apprendimento. La formazione può essere così interpretata come una relazione costruttiva in cui si apprende a prendersi cura attraverso l’esperienza della cura.

Il paziente al centro del sistema sanitario: una questione di curriculum nascosto

Matarese M;Piredda M.
2013-01-01

Abstract

L’assistenza patient-centered, punto focale dell’eccellenza e innovazione in sanità, si realizza nel rispetto delle preferenze, dei bisogni e dei valori del singolo paziente e nella sua considerazione in ogni decisione clinica. Essa è caratterizzata dal riconoscimento del paziente come persona e dalla comunicazione che dà origine ad una relazione significativa tra pazienti, familiari e curanti. Per realizzare tale assistenza è fondamentale il ruolo che può essere svolto dall’educazione medica, soprattutto per quanto attiene alla formazione di competenze comunicative e relazionali. Le Medical Humanities sono state integrate a pieno titolo nei piani di studio delle professioni sanitarie per evitare il riduzionismo positivista, ma non sembra siano state in grado di arginare la “disumanizzazione” della medicina. Più che di curriculum formale, nella formazione degli atteggiamenti che denotano interesse e rispetto verso il paziente, si parla di “curriculum nascosto”, vale a dire il sistema di idee e valori radicati nelle persone impegnate nel contesto di apprendimento, che lavora sotto la superficie visibile delle azioni e che, pur non essendo esplicitamente dichiarato, influenza in modo sensibile l’apprendimento. La formazione può essere così interpretata come una relazione costruttiva in cui si apprende a prendersi cura attraverso l’esperienza della cura.
2013
curriculum nascosto; medical humanities
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