Physiognomy, from the Greek physiognomia, φύσις (nature) and γνώμη (rule), refers to the ancient science of determining someone’s innate character on the basis of 1 their outer appearance, and hence observable bodily features and characteristics . Epis- temologically, over time this practice has ranged from being an established and accept- able discipline to a pseudoscience. Despite the lack of a proper theoretical foundation, it is at the core of renowned scientific disciplines. Biometrics technology represents an interesting current example, for new facial recognition techniques rely upon it. Aristotle conceived it as a specific kind of syllogism, the physiognomic syllogism, where the premises are not certain but only probable. What Aristotle means by φυ- σιογνωμονεν physiognomein is the inferring of mental characteristics in men based on the presence in them of physical characteristics which in other animals go constantly with those mental characteristics. Physiognomics therefore deals with signs. For signs to be true, certain parts of reality — specifically, body and soul — must be structured in a certain ‘sympathetic’ 2 way by nature such that they change together . This concept leads to the question: what is the relation between change in the body and change in the soul? Is it the former that moves the latter, or the other way around? Or perhaps a common and prior cause changes them simultaneously. These questions are usually not investigated. In the field of biometrical recognition, for example, bodily traits are simply collated with character traits or states of mind. In this paper, I propose to explore how physiognomics can indicate a different path of scientific reasoning, grounded in analogy rather than univocal correspondence.

La fisiognomica, dal Greco physiognomia, φύσις (phüsis, natura) e γνώμη (sen- tenza/giudizio), indica l’antica scienza di riconoscere il carattere morale di una persona partendo da alcuni tratti somatici ritenuti, per via di giudizio induttivo, più significa- tivi di altri. Nei secoli questa pratica passò dall’essere una disciplina accettata con un proprio statuto epistemologico specifico ad una pseudoscienza. Ad oggi, nonostante l’as- senza di una sua fondazione teoretica, essa viene implicitamente adottata nelle scienze biometriche, tra queste le tecniche di riconoscimento facciale sono un utile esempio per comprendere come di fatto essa sia ancora operante a livello pratico. Aristotele coniò un tipo specifico di sillogismo, il sillogismo fisiognomico, per spie- gare questo genere di inferenza dove le premesse non sono di natura certa, ma proba- bilistica. Ciò che intendeva lo Stagirita con il verbo φυσιογνωμονεν physiognomein (fisionomizzare) è l’abilità di trarre giudizi su stati mentali umani a partire da carat- teristiche tipiche di altri animali, nei quali spesso determinate connotazioni fisiche si accompagnano a stati comportamentali specifici. La fisiognomica dunque si occupa di segni. Perché i segni siano veri occorre che la relazione tra di essi e i referenti sia sicura, occorre cioè che corpo e anima siano strutturati secondo una certa convergenza tale per cui al variare dell’uno corrisponda il variare dell’altra. Da qui la domanda: quale relazione intercorre tra il mutamento del corpo e quello dell’anima? È il primo che determina il mutamento della seconda o vice- versa? O forse esiste un elemento precedente ad entrambi che determina il simultaneo mutamento dei due elementi? Nelle moderne teorie dei segnali, normalmente adottate come architettura concet- tuale delle tecniche biometriche, si usa per lo più un modello di corrispondenza di tipo uno a uno. In questo lavoro propongo un diverso percorso razionale che fa perno sulla nozione di analogia per articolare la via di accesso da una dimensione, quella corporea, all’altra, quella psico-emotiva.

Fisiognomica: la figura analogica dell’unità tra anima e corpo

GHILARDI G
2020-01-01

Abstract

Physiognomy, from the Greek physiognomia, φύσις (nature) and γνώμη (rule), refers to the ancient science of determining someone’s innate character on the basis of 1 their outer appearance, and hence observable bodily features and characteristics . Epis- temologically, over time this practice has ranged from being an established and accept- able discipline to a pseudoscience. Despite the lack of a proper theoretical foundation, it is at the core of renowned scientific disciplines. Biometrics technology represents an interesting current example, for new facial recognition techniques rely upon it. Aristotle conceived it as a specific kind of syllogism, the physiognomic syllogism, where the premises are not certain but only probable. What Aristotle means by φυ- σιογνωμονεν physiognomein is the inferring of mental characteristics in men based on the presence in them of physical characteristics which in other animals go constantly with those mental characteristics. Physiognomics therefore deals with signs. For signs to be true, certain parts of reality — specifically, body and soul — must be structured in a certain ‘sympathetic’ 2 way by nature such that they change together . This concept leads to the question: what is the relation between change in the body and change in the soul? Is it the former that moves the latter, or the other way around? Or perhaps a common and prior cause changes them simultaneously. These questions are usually not investigated. In the field of biometrical recognition, for example, bodily traits are simply collated with character traits or states of mind. In this paper, I propose to explore how physiognomics can indicate a different path of scientific reasoning, grounded in analogy rather than univocal correspondence.
2020
La fisiognomica, dal Greco physiognomia, φύσις (phüsis, natura) e γνώμη (sen- tenza/giudizio), indica l’antica scienza di riconoscere il carattere morale di una persona partendo da alcuni tratti somatici ritenuti, per via di giudizio induttivo, più significa- tivi di altri. Nei secoli questa pratica passò dall’essere una disciplina accettata con un proprio statuto epistemologico specifico ad una pseudoscienza. Ad oggi, nonostante l’as- senza di una sua fondazione teoretica, essa viene implicitamente adottata nelle scienze biometriche, tra queste le tecniche di riconoscimento facciale sono un utile esempio per comprendere come di fatto essa sia ancora operante a livello pratico. Aristotele coniò un tipo specifico di sillogismo, il sillogismo fisiognomico, per spie- gare questo genere di inferenza dove le premesse non sono di natura certa, ma proba- bilistica. Ciò che intendeva lo Stagirita con il verbo φυσιογνωμονεν physiognomein (fisionomizzare) è l’abilità di trarre giudizi su stati mentali umani a partire da carat- teristiche tipiche di altri animali, nei quali spesso determinate connotazioni fisiche si accompagnano a stati comportamentali specifici. La fisiognomica dunque si occupa di segni. Perché i segni siano veri occorre che la relazione tra di essi e i referenti sia sicura, occorre cioè che corpo e anima siano strutturati secondo una certa convergenza tale per cui al variare dell’uno corrisponda il variare dell’altra. Da qui la domanda: quale relazione intercorre tra il mutamento del corpo e quello dell’anima? È il primo che determina il mutamento della seconda o vice- versa? O forse esiste un elemento precedente ad entrambi che determina il simultaneo mutamento dei due elementi? Nelle moderne teorie dei segnali, normalmente adottate come architettura concet- tuale delle tecniche biometriche, si usa per lo più un modello di corrispondenza di tipo uno a uno. In questo lavoro propongo un diverso percorso razionale che fa perno sulla nozione di analogia per articolare la via di accesso da una dimensione, quella corporea, all’altra, quella psico-emotiva.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12610/6614
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